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  • 13 febbraio 2018

Guillame Tell, Teatro Massimo Palermo

Ottima, e in crescendo, la prova di Roberto Frontali in Guillaume. Il baritono è protagonista non solo narrativo ma anche canoro della tragedia. Voce potente e solida, soprattutto nell’acuto, Frontali restituisce bene il personaggio di un eroe per necessità

Giovanni Massimo

GB Opera

 

L’interpretazione recitativa di Enkelejda Shkoza (Hedwige, moglie di Tell) e di Roberto Frontali (Guillaume Tell) si sposano con un’abile sensibilità timbrica; fortemente emotiva soprattutto nella scena terza in cui Guillaume e il figlio vengono presi dalle guardie di Gesler, e il temerario arciere, piegato dal dolore di padre, regala al pubblico una preghiera al figlio struggente.

Rossella Puccio

Palermotodayblog
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Un ottimo cast, capeggiato dal protagonista Guillaume Tell, Roberto Frontali: garanzia di sicurezza.
Memori di una pietra miliare come il Guglielmo Tell scaligero in italiano diretto da Riccardo Muti nel 1988, in cui l’eleganza musicale stilizzata era anche del protagonista, così come un po’ oleografiche, però, ne erano presenza ed aspetto, ci si sarebbe potuti attendere altrettanto. Tutto il contrario, invece: altro input, altra espressività. Fare non “di più” né “meglio”, ma impadronirsi del personaggio secondo i propri parametri personalissimi era una gran sfida anche quella e il grande baritono romano l’ha vinta.Se vocalmente il nostro storico Frontali/Figaro, che ha poi spaziato lungo una trentennale, fulgida carriera internazionale in tutti i ruoli baritonali possibili e immaginabili, ha dimestichezza con le partiture rossiniane e dunque si è trovato assolutamente a proprio agio e prodotto una performance di qualità indiscutibile, dal punto di vista introspettivo ha fatto molto, ma molto di più di quanto ci si potesse aspettare da chiunque al suo posto. Un Tell vissuto, scavato, sofferto, interpretato, anche nella mimica, come eroe volutamente privo d’aura leggendaria e, dunque, reso soprattutto come padre e come uomo. Il pathos in scena è andato crescendo, fino ad un finale da brivido. La tensione drammatica era palpabile, la partecipazione emotiva del protagonista decisamente contagiosa.

Natalia Di Bartolo

Sipario.it

 

Baritone Roberto Frontali (San Francisco Opera’s recent Scarpia and L.A. Opera’s recent Falstaff) brought sharp edge to William Tell, no longer Rossini’s father figure he was far more a warrior.

Michael Milensky

Opera Today

 

Roberto Frontali was a brooding Tell, and sculpted his text beautifully especially in the plangent aria “Sois immobile”.

James Imam

Backtrack

 

In direzione opposta a questa visione neoclassica va invece Roberto Frontali, le cui frequentazioni rossiniane risalgono agli inizi della carriera, che affronta il ruolo con piglio verdiano. Il suo Guillaume è uomo di solidi principi, il buon padre di famiglia lacerato tra gli empiti barricadieri e il mantenimento di una vita familiare tranquilla. Sferzante nel duetto con Arnold del primo atto e poi risoluto nel finale secondo, mette in mostra un declamato intenso, benché nell’arioso Sois immobile sia penalizzato dall’anemico sostegno dell’orchestra.

Caterina De Simone

Operaclick

 

 

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